L'Ordine degli Architetti PPC della provincia di Monza e della Brianza, con la quasi totalità degli ordini degli Architetti P.P.C. italiani, ha sottoscritto una lettera al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con la richiesta di adeguare i compensi dei consulenti tecnici d'ufficio (Ctu), periti ed esperti in ambito giudiziario.
L'iniziativa era stata promossa dall'Ordine degli Architetti PPC della provincia di Firenze che ha provveduto ad inviare la lettera in data 28/07/2023.
“La riforma Cartabia – si legge nella lettera – ha completamente omesso di valutare l'aspetto relativo all'adeguamento e alla revisione delle tariffe dei consulenti, periti ed esperti in ambito giudiziario. L'annosa inadeguatezza dei compensi, oramai tristemente nota e rilevata a più riprese anche da numerose sentenze della Corte Costituzionale, è in parte da riferirsi al fatto che la norma risalga al lontano 1980 e sia stata rivalutata, solo nei valori Istat, nel 2002, in occasione del passaggio dalla lira all'euro. Questo nonostante le previsioni puntuali di legge inserite all'articolo 54 del testo unico del 2002 che prevede l'adeguamento degli onorari con cadenza triennale in relazione alla variazione Istat verificatasi nel triennio precedente”.
Nella lettera si sottolinea che “dal 2002 ad oggi tale disposizione legislativa è stata del tutto disattesa, determinando compensi spesso ridicoli: uno per tutti il costo orario della vacazione dei Ctu che ammonta a 4,07 euro al lordo delle imposte, compenso che non può considerarsi equo per nessuno, tantomeno in considerazione delle complesse prestazioni e delle responsabilità richieste ai professionisti incaricati. Ciò da un lato determina un forte squilibrio economico nei confronti dei Ctu e degli esperti, dall'altro rischia di creare una netta disuguaglianza tra la Consulenza d'ufficio e quella di parte. A titolo puramente esemplificativo possiamo rilevare che il costo della vita ha subito ad oggi, dal 2002, una rivalutazione Istat del 49%”.
Gli Ordini chiedono quindi di “procedere alla richiesta di adeguamento Istat già previsto dai dettami di legge” e auspicano “una revisione sostanziale di tariffe che risalgono al secolo scorso”.
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